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Sostenibilità ambientale e impresa? Binomio inscindibile che ha bisogno di un metodo certificato

Mag. 17 2023

L’ambiente è diventato, a tutti gli effetti e non da oggi, un elemento non trascurabile per chi fa impresa.

Negli ultimi anni – e almeno dalla metà degli anni Dieci in poi – tanto a livello nazionale che comunitario sono state diverse e sempre più stringenti le prescrizioni che hanno reso il rispetto dell’ambiente e il concetto di sostenibilità ambientale parti ineliminabili sulle quali fondare le attività produttive.
Una convinzione che le istituzioni comunitarie europee hanno perseguito attraverso numerose norme, tra le quali il Regolamento UE 2020/852, noto anche come “Tassonomia”. Pilastro della politica green della UE, la classificazione ha lo scopo di stabilire quali attività economiche sono eco-compatibili e, dunque, sostenibili secondo gli obiettivi ambientali dell’Unione. Ad essa si affiancano altre direttive – sempre di derivazione europea – come la CSRD o Corporate Sustainability Reporting Directive, che renderà obbligatoria per una platea sempre più ampia di imprese la rendicontazione di sostenibilità. Infine, impossibile non citare norme già operative a livello nazionale come la legge 68/2015 sugli “ecoreati” che inserisce i delitti contro l’ambiente all’interno del Codice penale.  
È, senza alcun dubbio, chiuso quel periodo in cui perseguire pratiche sostenibili era dettato da una scelta volontaria o il risultato di una tensione etica.

In questo quadro – che il crescente ruolo giocato dall’ambiente nello svolgersi delle attività umane ha reso molto articolato – le aziende devono poter operare in piena coscienza della normativa ambientale e dunque, libere da possibili rischi connessi a decisioni non conformi. Una necessità riconosciuta anche dalla Corte di Cassazione penale (sent. 28126/04) quando scrive che “in campo ambientale la sempre maggiore complessità dell’attività produttiva dell’impresa moderna e le congerie di norme da osservare, spesso richiedono il possesso di conoscenze tecniche specialistiche non comuni tali da imporre il ricorso ad esperti”. Ciò che appare sempre più necessario è costituire una vera e propria governance ambientale aziendale e cioè un’organizzazione, effettivamente ed efficacemente conforme alla corretta gestione e sostenibilità ambientale. 
In caso contrario, sottostimare la questione ambientale per un’impresa può diventare fonte di rischi, anche seri (in sede penale, per l’appunto), oltre che causa di esborsi economici derivanti da sanzioni o dal pagamento di tributi più salati. Per comprenderne l’entità, nel solo 2021, gli organismi preposti al controllo delle irregolarità nel ciclo dei rifiuti (Carabinieri, Guardia di Finanza, Capitanerie di Porto) hanno contestato 8.400 reati e oltre 10.000, con il valore economico fra sequestri eseguiti e sanzioni comminate che si aggirava intorno ai 615 milioni di euro, insomma veri esperti della “E” di HSE e di ESG!

Quindi se la consapevolezza della gravità del problema è importante, da sola non basta. Per evitare di trovarsi inadempiente, un’impresa deve poter fare affidamento sulle competenze di esperti in diritto ambientale, come suggerito dalla Cassazione.
Una soluzione sta nel supporto che realtà esperte possono dare all’impresa che ne ha bisogno. Una scelta che CEPAS propone grazie alla partenership con TuttoAmbiente, una società di consulenza in materia ambientale. Come spiega Stefano Maglia, fondatore di TuttoAmbiente, Presidente di AssIEA (Associazione Italiana Esperti Ambientali), nonché autore del primo Codice dell’ambiente italiano e già professore in Diritto Ambientale presso l’Università di Parma “Ambiente e impresa sono legate da una relazione che ha subito, in questi ultimi decenni, molteplici trasformazioni, vissute ed affrontate il più delle volte senza la necessaria consapevolezza e lungimiranza. Per tanto, troppo tempo – prosegue Maglia – i vertici aziendali hanno vissuto il rapporto con la gestione ambientale con superficialità, distacco ed una certa dose di incoscienza, delegando alle figure più operative il ruolo di referenti verso una disciplina considerata meramente tecnica, senza alcuna consapevolezza dei rischi e delle opportunità che questa nasconde”.
Da qui lo sviluppo di un metodo in grado di affiancare le aziende in un cammino sicuro e consapevole verso uno sviluppo ed una crescita ambientalmente sostenibili e senza rischi, con una organizzazione di funzioni, compiti, deleghe e responsabilità, ben chiare, definite e certe. 

Come si diceva il metodo, certificato da CEPAS secondo lo standard UNI 17065:2012, consta di 5 fasi da implementare: 

Fase A – Affiancamento e aggiornamento continuo della compliance ambientale
Fase B – Creazione e sviluppo delle competenze e consapevolezza ambientale
Fase C – Verifica e costruzione della effettiva governance ambientale
Fase D – Verifica ed implementazione del risk management ambientale
Fase E – Valutazione della sostenibilità ambientale applicata.

Al programma è affiancato un software gestionale creato appositamente che fa da interfaccia tra l’organizzazione e TuttoAmbiente, anche ai fini dell’aggiornamento continuo quanto  mai necessario nel settore.
A completamento del percorso, l’azienda che opera secondo il metodo in oggetto otterrà un “sigillo Metodo TuttoAmbiente”, a conferma di una effettiva Governance Ambientale Aziendale garantita da un percorso certificato.

SETTORI DI CERTIFICAZIONE

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